REPORT: BECOMING CATAWBA: CATAWBA INDIAN WOMEN AND NATION-BUILDING, 1540–1840 (INDIANS AND SOUTHERN HISTORY)

di Luca Lai

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Lo scorso 8 novembre si è svolta, presso i locali dedicati alle attività studentesche della University of North Carolina at Charlotte, North Carolina (USA) la presentazione del libro Becoming Catawba: Catawba Indian Women and Nation-Building, 1540–1840 (Indians and Southern History), introdotto dall’autrice Brooke M. Bauer. L’evento è stato organizzato dalla Native American Student Association, il gruppo studentesco di Nativi Americani, che ha recentemente rilanciato le sue attività anche con il primo Powwow in dieci anni (powwow è uno dei format dei festival nativi americani, con danze, artigianato e cibo tradizionali).

Il libro è il risultato della ricerca pluriennale dell’autrice, professoressa di storia alla University of Tennessee at Knoxville e membro della nazione Catawba. Nel testo sono presentate e interpretate numerose fonti archivistiche relative alle relazioni formali della nazione Catawba con diverse istituzioni coloniali, con particolare attenzione al ruolo delle donne per la sopravvivenza stessa del gruppo, che ha consentito il mantenimento di un’identità fino al Novecento, caratterizzato dal rischio di sparizione legale e dalla successiva riconquista, nel 1993, dello status di tribù riconosciuta a livello federale.

Le vicende della nazione vengono ripercorse dai tempi dei primi contatti con gli europei al tempo delle prime esplorazioni spagnole nel Cinquecento, attraverso le alterne vicende che videro i Catawba, come numerose altre nazioni, perdere gran parte del loro territorio, occupato progressivamente dai coloni di origine europea. All’interno della storia condivisa con gran parte degli altri gruppi indigeni, sostanzialmente privati della loro terra dopo essere stati decimati da ondate epidemiche contro le quali non avevano le necessarie difese immunitarie, ciò che emerge, è invece l’unicità della loro condizione e storia: infatti, il loro gruppo ottenne dalla monarchia inglese il riconoscimento di ampi territori che essi concessero in affitto a coloni bianchi, contribuendo alla sopravvivenza delle loro famiglie. Durante la guerra per l’indipendenza, i Catawba furono tra i gruppi alleati degli indipendentisti. In seguito, nel periodo della deportazione forzata delle tribù indiane oltre il Mississippi, il cosiddetto ‘Trail of Tears’, i Catawba furono risparmiati, in quanto lo stato della Carolina del Sud non pensava fosse necessario spendere per una tribù ormai sull’orlo della scomparsa, ridotta a un centinaio di membri e considerata ormai dissolta dal governo statale a metà Ottocento.

La ricerca presentata da Brooke Bauer fa emergere diversi elementi persi nella narrativa più comune: la scaltrezza dei Catawba nell’utilizzare gli istituti legali americani a loro vantaggio, con notevole spirito di adattamento; il mantenimento di una società a forte connotazione matrilineare, nella quale la discendenza si rintraccia per linea femminile come era frequente nell’intero Sudest del continente, e il ruolo delle donne, sia nell’insieme che soprattutto in una figura trascurata nelle vicende Catawba tra fine Settecento e primi dell’Ottocento, Sally New River. Quando la pressione dei coloni per avere piena proprietà e disponibilità della terra si faceva più forte, per difendere le terre più efficacemente la tribù decise di intitolarle interamente in proprietà a Sally, leader stimatissima e rispettata, che la gestì per la tribù per numerosi decenni fino alla sua morte, consentendo tutte le attività che consentirono la sopravvivenza dei Catawba. L’affitto delle terre e varie attività economiche fornirono i mezzi per passare la propria cultura alle generazioni future. Tra tali attività spiccava quella della produzione di ceramica, che veniva utilizzata nelle attività domestiche ma anche prodotta per essere commerciata, per la quale le donne Catawba erano rinomate.

Un altro aspetto è l’integrazione di informazioni che provengono dall’archeologia e dalla tradizione orale. Bauer ha spiegato che l’indagine dei resti di abitazioni del villaggio di residenza di Sally ha portato a riconoscere la sua casa, e allo scavo di un contenitore ceramico con ogni probabilità fatto da lei con le sue mani; le storie tramandate dalla sua e da altre famiglie Catawba integra con aneddoti e informazioni una figura che risulterebbe meno nitida se fosse ricostruita solo sulla base dei frammenti che traspaiono dai rari documenti d’archivio: il suo senso dell’umorismo emerge ad esempio dalla storia di un colono irlandese appena arrivato nella zona, che chiese a chi rivolgersi per sapere come difendersi dai serpenti, e che Sally avrebbe convinto a trascinare un palo attraverso una tempesta di neve.

La conversazione che è seguita alla presentazione è stata occasione di diverse domande dal pubblico, soprattutto composto da studenti/esse, inclusi studenti Nativi Americani membri di diverse nazioni non riconosciute a livello del governo federale. Infatti, soltanto un gruppo, la Eastern Band of the Cherokee, è riconosciuta nello stato della Carolina del Nord. Altre sono riconosciute soltanto a livello statale, altre ancora sono semplicemente associazioni, che tuttavia hanno diritto di partecipazione alla North Carolina Commission of Indian Affairs.

Le domande degli studenti hanno anche riguardato le motivazioni personali e spirituali che hanno sostenuto Bauer nella sua ricerca fino alla pubblicazione dei risultati, ma anche la sua identità più in generale, come membro della sua tribù che vive e lavora nel moderno contesto sociale attuale. La sua ricerca è rilevante per le molteplici linee di sforzo decoloniale che la caratterizzano, di fatto intrecciate ed inestricabili: il fatto di assumere un punto di vista indigeno in contrasto con la narrativa coloniale; il fatto di assumere una prospettiva femminile, laddove le narrative coloniali tendono a evidenziare il ruolo dei guerrieri e dei leader uomini in quanto essi erano riconosciuti in modo preferenziale dalle autorità europee, bianche, fondamentalmente maschiliste; il ruolo del pragmatismo (femminile) nell’utilizzare gli strumenti legali dei dominatori come forma di resistenza; la forza delle donne come perno delle famiglie e produttrici di ricchezza sia agricola che artigianale.

Tra le ombre del compromesso insito nella sopravvivenza, è emersa la tendenza delle donne Catawba a sposare uomini bianchi, con la conseguenza sull’autostima maschile che questo deve aver determinato, tutta da indagare, e anche l’assunzione della lingua inglese. A differenza di quanto avvenuto ad altre nazioni numericamente più consistenti, la lingua Catawba si è effettivamente estinta come lingua veicolare. La speranza di una sua rivitalizzazione è tuttavia tenuta in vita da diversi programmi sperimentali per il suo insegnamento, promossi dal centro culturale tribale, e dalla crescita demografica stessa della nazione Catawba, al contrario di altri gruppi indigeni. La stessa Bauer ha intrapreso il suo studio essenzialmente da autodidatta, e ha simbolicamente introdotto l’evento salutando il pubblico e presentandosi in lingua Catawba, cosa di grande effetto programmatico nonché emotivo.

Per maggiori informazioni sull’autrice: https://history.utk.edu/people/brooke-bauer/, il libro è facilmente acquistabile online. Per chi fosse interessato a maggiori informazioni sulla nazione Catawba, l’unica riconosciuta a livello federale nello stato della Carolina del Sud: https://www.catawba.com/index.php

Luca Lai

Luca Lai

Luca Lai is an archaeologist specializing in stable isotopes, Western Mediterranean prehistory and particularly Sardinia, and human-environment interactions. He has conducted research on paleodiet and paleoclimate in prehistoric Sardinia from the 5th through the 1st millennium BC, focusing on long-term continuity and change, and on differential access to resources based on social status and gender. He grew up in Sardinia, and lived also in Ireland, the US, England, and Lesotho. He has worked on favoring the dissemination of archaeology, culture and current events awareness with special attention to the perspectives of minorities, also with political engagement in Sardinian independentist initiatives.

Among his side research interests are medieval through contemporary archival studies, the archaeology of American pre-contact complex societies, obsidian provenance studies, Ancient Mediterranean cultures and languages, and Sardinian linguistics and toponomastics.