Numero 1 - Colonialità

Ottobre 2022

Editoriale

Ci siamo.

Il progetto Filosofia de Logu è nato ormai da due anni e ha lasciato dietro di sé numerosi articoli, un primo volume introduttivo, tanti seminari, conferenze e presentazioni. L’obiettivo di elaborare una teoria e delle pratiche decoloniali a partire dal qui ed ora nel quale ci troviamo – la Sardegna – è certamente lontano, ma siamo sicure e sicuri che un piccolo passo in questa direzione è stato fatto. Abbiamo creato intersezioni inaspettate tra soggettività, gruppi e idee in una rete che si espande sempre di più.

Il nostro nome è già indicativo del programma di ricerca che avevamo e abbiamo intenzione di seguire. Filosofia, intesa come la capacità di interpretare criticamente il nostro presente e di trasformare la marginalità in un punto di emancipazione e Logu in quanto ogni tipo di pensiero è sempre espressione di rapporti sociali ben determinati spazialmente. Noi scriviamo dalla Sardegna ma non ci limitiamo a questa: c’è un mondo lì fuori che attende solo di essere conosciuto in uno scambio di teorie e pratiche decoloniali.         

A partire da queste premesse e da questa rete di persone e di idee quest’oggi diamo inizio a un nuovo corso per il progetto. Questo blog, che vedete completamente trasformato nell’aspetto e nei contenuti, sarà il centro dell’opera divulgativa di FdL. Vedrete numeri mensili tematici, vedrete sia membri interni del collettivo che collaboratrici e collaboratori esterni districarsi nella critica alla colonialità del potere e nel proporre pratiche e teorie volte a incrinare il sistema coloniale.

Certamente non parliamo di colonialismo esclusivamente nel senso storico, ma parliamo di una struttura di potere che manipola corpi e territori in modo tale da mantenere il controllo totale su questi e che si costruisce sulla dominazione patriarcale, su quella coloniale e sul modo di produzione capitalistico. 

Ogni numero del blog sarà dedicato a un termine, un lemma di un Vocabolario Decoloniale che verrà ampliato numero dopo numero: si comincerà da “Colonialità”.

Ringraziamo grandemente Matteo Orani per il restyling grafico, per il nuovo logo e l’immagine coordinata.

Grande importanza sarà data a far conoscere artiste, artisti, illustratrici e illustratori che ogni mese forniranno la copertina dei vari numeri. La copertina di questo numero è di Letizia Manunza (Lwtizia) che ringraziamo di cuore. 

 

l'illustrazione in copertina è di

Lwtizia (Letizia manunza)

Lwtizia (Cagliari, 1999) si occupa di illustrazione e graphic design, vive tra Roma e Selargius e prosegue gli studi in Media Design presso lo IED di Cagliari.

Le sue illustrazioni sono prevalentemente autobiografiche, e sono uno strumento che la aiutano a ripercorrere ed analizzare la realtà circostante.

I due campi principali intorno ai quali si snodano i suoi lavori sono la rappresentazione visiva del linguaggio parlato e il mondo onirico, costante fonte di ispirazione e autoanalisi.

IN QUESTO NUMERO:


di Cristian Perra

Dopo la fine del colonialismo storico, la linea abissale persiste come colonialismo del potere, della conoscenza, dell’essere e continuando a distinguere la società metropolitana dalla società prettamente coloniale. Questi due mondi, con il processo di decolonizzazione, a mano a mano, si sono ibridati e coesistono nelle società postcoloniali, tanto nel Nord quanto nel Sud in senso globale geografico.

Il modo di produzione capitalistico, la struttura patriarcale della società e il colonialismo sono infatti componenti della medesima infrastruttura di dominio: la colonialità del potere.

Ghassan Kanafani scrittore oltre la linea


di Samed Ismail

Ghassan Kanafani è il più grande intellettuale palestinese. Scrittore, pittore, organizzatore culturale e direttore di giornali, tra cui Al Hadaf, organo del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), partito marxista della resistenza palestinese di cui era dirigente di spicco, infine martire, assassinato dal Mossad nel 1972 a Beirut. La sua popolarità negli ambienti della sinistra occidentale potrebbe essere dovuta al fatto che, se l’accoppiata militante – intellettuale è sempre rassicurante, la triade militante – intellettuale – artista è addirittura esaltante, poiché porta con sé il sapore di un’utopia realizzata. Purtroppo, cercando rassicurazione ed esaltazione, difficilmente si riesce a penetrare la coerenza di un’opera così sfaccettata, e si finisce per perdersi nei suoi aspetti isolati.

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Il “luogo terzo” tra geografia e letteratura: la Sardegna sotto il segno di Sergio Atzeni.


di Edoardo Mantega

Non è forse la Sardegna raccontata da Atzeni un luogo periferico? Torna alla mente il suo definirsi “scrittore medio” e dire, tuttavia, che la Sardegna vada raccontata tutta. Non sembra esserci differenza tra il mondo letterario e quello geografico isolano in Sergio Atzeni, almeno nelle attestazioni di volontà del volerlo raccontare, di dire l’isola in funzione geocentrica e geo centrata, referenziale. E questa “lontananza”, questo carattere periferico, questa che diventa volontà politica (propria, appunto, di paesi ex-coloniali, tra i quali la Sardegna non faticherebbe una buona figura) viene fuori negli scritti atzeniani tanto quanto nei rapporti di solidale stima con alcuni scrittori postcoloniali. Non è da meno il ricordo del rapporto tra Patrick Chamoiseau e Sergio Atzeni, distanti geograficamente eppure così armoniosi nella condivisione di un universo letterario, geografico, politico.

Un approccio decoloniale per la Galizia. Intervista alla redazione di Clara Corbelhe


di Andria Pili

Clara Corbelhe est unu progetu multidisciplinari de circa, produtzioni e spainadura de unu pensamentu crìticu galitzianu, in s’orizonti de s’emancipatzioni e de su cambiamentu politicus de sa Galìtzia, po apoderai torra is connoscéntzias, praticas, formas de relata e de esistèntzia popularis.

Unu logu abertu e cundivisu de sugetivatzioni politica, in unu arrejonu continu, bonu a fraigai unu pensamentu emancipativu a inghiriu de formas noas de connoscéntzia, cun s’intentzioni de ndi essiri furriadroxu po sa circa e sa dibata in su presenti. Su nòmini suo fiat de una caseteira: in sa sociedadi rurali galitziana in is sèculus XVIII e XX, aici naraiant a is fèminas mamas non cojadas chi, escluidas de sa sociedadi patriarcali, formaiant comunidadis autònomas intra insoru. A sa matessi manera, custa truma de circadoris bolit fraigai unu logu autònomu, eterogeneu ma abertu, sciendi de no essi bastanti a issu etotu. 

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Sulla linea est-ovest.
Intervista alla redazione di Est/ranei


di Cristian Perra

L’ambito degli studi postcoloniali si è spesso concentrato sulle differenze tra territori e soggettività lungo l’asse nord-sud lasciando tuttavia scoperte le marginalità sull’asse est-ovest. Raramente, infatti l’esperienza est-europea viene considerata. Pensiamo alle rappresentazioni riguardanti l’est-Europa fornite dai media dopo l’invasione russa dell’Ucraina o a quelle sulle donne dell’est.

Per provare a problematizzare questa mancanza e per osservare ciò che si trova al di là della linea est-ovest abbiamo fatto qualche domanda alla redazione di Est/ranei, progetto divulgativo “dalla parte sbagliata del muro di Berlino”, che si occupa di letterature, cinema e culture centro e est-europee.

Recensione di:
David Graeber – David Wengrow, L'alba di tutto. Una nuova storia dell'umanità.


di Omar Onnis

Non c’è solo l’opera di esaustiva ricognizione delle fonti, a fare di questo libro uno strumento imprescindibile. C’è soprattutto una profonda riflessione epistemologica e l’impostazione di una serie di problemi di metodo che chiamano in causa molte discipline, dalla storia alla sociologia, passando per l’antropologia, la filosofia, le scienze politiche e l’economia. Una ricostruzione del passato dell’umanità basata su acquisizioni convalidate dalla comunità scientifica, su fonti consolidate e su ipotesi coraggiose che sfida il comune sentire non solo del lettore ignaro, magari appassionato, ma anche e soprattutto degli addetti ai lavori. Compresi altri autori cimentatisi, in passato o di recente, spesso con notevole successo di pubblico, con tentativi analoghi.

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10 Testi per approcciarsi
agli studi post-coloniali e all'opzione decoloniale.


a cura di Cristian Perra

Con questa nuova rubrica mensile intendiamo mensilmente creare una costellazione di testi che possa servire a introdurre le nostre lettrici e i nostri lettori ad un determinato argomento. Si tratta di veri e propri consigli di lettura, a mano a mano forniti dal collettivo di Filosofia de Logu.

Per questo primo numero introduttivo abbiamo pensato a dieci testi, tutti in commercio, che possono essere utili per approcciarsi all’ambito degli studi postcoloniali e dell’opzione decoloniale.

Filosofia de Logu Podcast #1


su Spotify e Youtube.

Prima puntata del podcast di Filosofia de Logu in collaborazione con Radio Onda d”Urto. In questo primo episodio Elia Zaru intervista Sebastiano Ghisu e Alessandro Mongili, curatori del volume Filosofia de Logu. Decolonizzare il pensiero e la ricerca in Sardegna, sul progetto Filosofia de Logu e sul volume stesso.

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