Gli studenti universitari invitano a riflettere sulla decolonizzazione
Mercoledì 28 Aprile si terrà in via telematica l’iniziativa “L’isola che non c’è”, dove con una soluzione grafica assai originale il “non” viene cancellato dalla bandiera dei mori utilizzata come una croce rosse impressa sopra la negazione. L’evento è di per sé inedito, perché la ricorrenza che ricorda la cacciata dei funzionari piemontesi e l’inizio di quel processo storico di sollevazione dei sardi chiamato “Sarda Rivolutzione”, non ha mai trovato una calda accoglienza nell’ambiente universitario. Organizzato dall’UdU Sassari – Unione degli Universitari e patrocinata dal Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali, l’evento è aperto a tutti e sarà trasmesso dalla pagina facebook dell’associazione studentesca. La diretta – scrivono gli studenti – ha «l’obbiettivo di utilizzare la ricorrenza de Sa die de sa Sardigna per avvicinare, in particolare la comunità studentesca, ma in generale tutte le persone interessate, alle riflessioni riguardanti quella che è l’identità sarda e riflettere su come le influenze esterne abbiano condizionato cultura e tradizioni sarde». L’iniziativa si aprirà con i saluti del Professor Dino Manca per il Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali e sarà suddivisa in tre parti: la prima, tenuta dal Professor Sebastiano Ghisu, dal titolo “La colonizzazione del soggetto in Sardegna”; la seconda, tenuta dal Professor Sebastiano Mannia, dal titolo “Sardegna: identità e cultura”; la terza e ultima parte, tenuta da Cristiano Sabino (saggista e attivista di Sa Domo de Totus), dal titolo “Gramsci e la Liberazione della Sardegna“.