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Per decolonizzare il pensiero in Sardegna: prima presentazione pubblica

Collettivo Filosofia de Logu


Eccoci giunt* alla prima presentazione pubblica del nostro libro collettivo. Giovedì 4 marzo discuteremo del nostro lavoro, delle sue premesse e delle sue tematiche con una studiosa e uno studioso il cui ambito di interessi ci sembra molto utile a tal scopo.


Carla Panico è una storica contemporaneista, dottoranda in Postcolonialismo e cittadinanza globale al Centro Estudos Sociais dell’Università di Coimbra (Portogallo). Si occupa di nazionalismo italiano, migrazioni e Questione meridionale, in particolare della relazione tra storia coloniale e colonialismo interno nella formazione dell’identitá nazionale.


Massimo Mazzotti è professore presso il Dipartimento di Storia dell’Università di California, Berkeley, e direttore del Center for Science, Technology, Medicine, and Society. Si occupa si storia e sociologia della scienza nell’età moderna e, in particolare, della dimensione sociale e politica della conoscenza logico-matematica e dei processi tecnologici di meccanizzazione e automazione.


Il fatto che si tratti in questo caso di due persone non sarde non è strettamente voluto, ma la circostanza ci offre la possibilità di un confronto interessante con sguardi esterni, curiosi, ben inseriti nell’ambito internazionale degli studi.

Naturalmente è nei nostri intenti sollecitare un confronto, possibilmente serrato e denso di questioni e domande, anche col mondo degli studi sardo. Stiamo organizzando ulteriori presentazioni con focus tematici più specifici e saranno queste le occasioni in cui, a seconda delle questioni affrontate, potremo discuterne con studiose e studiosi sard* o che lavorano nell’isola.

Ricordiamo dunque questo primo appuntamento: giovedì 4 marzo 2021, ore 18.30, canale YouTube di Filosofia de Logu.

A àteros annos!

Un commento

  • Alfonso Stiglitz

    Ho seguito con interesse la prima presentazione del volume, che ho iniziato a leggere. Ho trovato particolarmente interessante l’intervento di Carla Panico, in particolare il suo richiamo al pericolo di banalizzazione nell’uso del termine colonialismo/neocolonialismo che rischia di mettere insieme forme dominazione differente (il Congo non è la stessa cosa della Sardegna o del Meridione, giusto per schematizzare estremizzando: l’esempio della differenza di passaporti mi sembra particolarmente azzeccato nella sua semplicità), così come il razzismo nordamericano nei confronti dei neri è altra e differente cosa rispetto a quello nei confronti dei neri in Italia (e Sardegna). Certo è più facile manifestare, protestare per il razzismo americano che non per quello nostrano.
    Come diceva Chiara in Italia e – ancor meno, aggiungo io, in Sardegna – non si è fatto minimamente i conti col colonialismo e con il razzismo nostrano. E se in Italia qualche riflessione e qualche volume sul tema (penso a Del Boca) hanno comunque raggiunto una certa diffusione, ancora troppo bassa, in Sardegna il silenzio è quasi tombale; eppure non c’è famiglia che non abbia esperienze coloniali. Silenzio nel quale si può segnalare il volume curato da Valeria Deplano (Sardegna d’oltremare. Donzelli), passato credo nell’indifferenza generale, compresa quella degli ‘intellettuali impegnati’, o l’autentica ‘censura’ sugli atti criminali della Brigata Sassari nei Balcani, nell’ultimo macello mondiale.
    Così come la scarsa attenzione alle avventure coloniali di nostri affermati artisti (alcuni dei quali sono tra i miei preferiti, nonostante questo), letti fondamentalmente sotto lo sguardo dell’orientalismo compassionevole. Anche lì, la mostra (Altri esotismi) tenuta a Sassari qualche anno fa, poteva portare spunti che non si fermassero allo sguardo esotico, ma tutto sommato passò sotto lo sguardo affascinato di noi visitatori innamorati di un altrove incantevole, patinato e silenzioso. Così come l’entusiasmo, di qualche anno fa, per la riedizione dell’opera “I Shardana” di Porrino, prodotto (anche se edito nel dopoguerra) della battaglia antimeticciato del regime e di uno sguardo misogino e orientalista verso la donna orientale, rossa di capelli e, naturalmente, corruttrice e traditrice.
    Sono appena agli inizi del libro, ma l’intervento di Chiara Panico mi ha fornito spunti che hanno aumentato il mio interesse nella lettura. Un ottima iniziativa, il libro (e la presentazione), che spero abbia ampia discussione pubblica.
    Buon lavoro
    Alfonso Stiglitz

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