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Il lato oscuro della modernità in Sardegna: modernizzazione passiva, colonialità, esclusione. Quinta presentazione pubblica

Collettivo Filosofia de Logu

In Sardegna, la transizione verso un’economia industrializzata, e verso la terziarizzazione, è stata scandita da processi di modernizzazione passiva, caratterizzati da progetti di sviluppo calati dall’alto ed esogeni.  Nel corso di questa transizione si è costruita un’identità sarda equiparata all’arretratezza, opposta alla modernità, folklorizzata. La modernizzazione è stata infatti intesa come una rottura rispetto alla tradizione, non come un processo evolutivo – a differenza dei centri del Nord Globale.

Per più di due secoli si è prodotta l’idea del sardo come di un degenerato primitivo. Non si tratta però di un processo relegabile al passato. Le politiche di modernizzazione passiva in Sardegna sono ancora operanti, e generano politiche – come perfino quelle dell’innovazione – che escludono sistematicamente i subalterni, in una logica che riduce i Sardi a utilizzatori passivi o resistenti. L’emarginazione subita in base alla propria appartenenza etnoculturale o al proprio genere tende a ripresentarsi in ogni processo. La violenza epistemica contenuta in questo tipo di processo di modernizzazione ha condotto a definire il progresso come costruzione di una sfera pubblica maschile e “razionale”. Tale processo è stato particolarmente duro per le donne sarde,  spinte a rimuovere le loro resistenze e il loro portato culturale femminile e femminista. Come risultato, esse sono state escluse dalla sfera pubblica e spogliate dei loro saperi e competenze.

L’evento sarà un’occasione per riflettere su come i processi di modernizzazione in Sardegna abbiano rinforzato le subalternità e come la retorica modernizzatrice abbia legittimato i rapporti di dominio all’interno della società sarda e mascherato la dipendenza coloniale.


Aide Esu è Professoressa Associata di sociologia generale, insegna Sociologia e Metodi per la ricerca sociale nel corso di laurea in Scienze Politiche dell’Università di Cagliari. Ha pubblicato la monografia La violence en Sardaigne. La parole et le fusil contre l’Etat (Arguments 1992), con prefazione di Alain Touraine, ed è stata recentemente coautrice, con Simone Maddanu, di due articoli sulla rappresentazione del settore militare nei media locali sardi: “Military pollution in no war zone: The military representation in the local media” (2017) e “From Modernity to Risk: Local Print Media Portraying Military Activities” (2019)

Izabela Wagner è Professoressa Associata all’Istituto di Sociologia del Collegium Civitas di Varsavia, specializzata nella sociologia delle professioni, nello studio della mobilità internazionale e dei problemi posti dalla modernizzazione, e nello studio delle carriere, che sviluppa attraverso un metodo etnografico e biografico. È stata allieva di Jean-Michel Chapoulie. Seguendo questo percorso di ricerca, ha pubblicato nel 2020 Bauman. A Biography (Polity Press), un’opera che ha avuto un impatto internazionale. Fra le altre sue opere, Producing Excellence: The Making of Virtuosos (Rutgers Press, 2015) e Becoming Transnational Professional. Careers and Mobility of Polish Scientific Elites (in polacco, Wydawnictwo Naukowe Scholar, 2011).

Ricordiamo dunque questo quinto appuntamento: venerdì 21 maggio 2021, ore 18.30, canale YouTube di Filosofia de Logu.

A àteros annos!

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